Ambientazione
Per tutti i nati negli anni 90’ questo giochino di carte farà ripensare ad una sola ed unica parola: TAMAGOTCHI!
Ok, io so che tu sai di cosa sto parlando, ma se mai ci fosse qualche lettore o lettrice troppo giovane per conoscerli è mio dovere di vecchietta rimediare a questa lacuna!
Questi piccoli videogiochi a forma di uovo che spopolavano tra i teenagers a cavallo tra i due secoli avevano come unico obiettivo quello di far sopravvivere l’animaletto scelto: bisognava prendersene cura in tutto e per tutto, dalla pappa, alle coccole, alle cure. Tutti aspetti che tornano in questo gioco, ma in forma più pucciosa e meno pixellata!
Regole in breve
Il setup è facile e veloce, e prevede che giocatori dispongano al centro del tavolo i tre mazzi: le Carte Animale dovranno essere girate sul lato triste e due si dovranno affiancare al mazzo così da aver visibili sempre tre cuccioli; le Carte Aiuto dovranno essere disposte coperte più tre scoperte al fianco del mazzo; infine le Carte Luogo potranno essere disposte come le precedenti, mazzo coperto più tre carte scoperte.
All’inizio del turno il giocatore attivo sceglie due tra le carte Animali e/o Aiuto disponibili, dopodiché potrà:
- Giocare davanti a sé una Carta Animale sul lato triste ed eventualmente svolgere l’azione di pesca indicata dalla carta
- Girare una Carta Animale davanti a sé sul lato felice pagando le Carte Aiuto richieste oppure due casuali per ogni simbolo mancante
- Ottenere una Carta Luogo se si hanno gli Animali felici della specie richiesta ricordandosi che gli animali jolly (indicati con la stella) possono essere sempre utilizzati; anche in questo caso, se presente, è possibile svolgere l’azione di pesca indicata
Il gioco termina non appena un giocatore arriva ad avere dieci carte orizzontali davanti a sé tra Animali felici e Carte Luogo.
Vince chi avrà raggiunto il maggior numero di punti tra Carte Animali felici e Carte Luogo!
Impressioni
L’aspetto estetico è sicuramente super cute e attira subito lo sguardo, ma non bisogna farsi ingannare da questa grafica tutta colori pastello e cucciolotti, perché il gioco, seppur semplice da imparare e adatto anche ai più piccoli, nasconde un’esperienza ben più profonda di quanto ci si possa aspettare.
Partendo dalla scelta delle carte, non solo è necessario optare per quelle più consone alla nostra strategia, ma bisogna anche pensare a quelle che potrebbero essere più utili ai nostri avversari e quindi valutare se vale la pena modificare leggermente i nostri piani per potergliele sottrarre, facendo però attenzione a non rischiare di perdere troppi punti a fine partita, perché sì, gli animali tristi che avremo ancora in mano o in gioco davanti a noi varranno -1 punto.
Ovviamente poi sarà essenziale saper adattare le proprie scelte sulla base di ciò che gli avversari ci lasceranno e delle carte che turno dopo turno verranno scoperte.
Oggettivamente non è un gioco che necessita di efferate abilità mentali e tattiche, ma è ampiamente godibile come filler e riempie piacevolmente il pomeriggio.
Scala molto bene a qualsiasi player count e trovo che in solitario sia, per lo meno nelle prime partite, leggermente più complicato a causa del definito numero di turni.
Il problema secondo me più grande è che, come spesso può accadere con questi giochini, uno o più giocatori abbiano come unico scopo quello di chiudere la partita, senza badare troppo ai punti e quindi ad una vera strategia; questo comportamento può sfociare in due finali:
- il giocatore in questione vince perché non ha dato modo agli altri di portare avanti la loro strategia e quindi accumulare punti;
- il giocatore in questione potrebbe anche non vincere, ma rischia di rovinare un pelo lo spirito di sfida.