Ambientazione

Dicesi "patchwork" quella tecnica di cucito consistente nell’unione di vari pezzi di stoffa che formano un disegno più grande. In passato era un modo per sfruttare i ritagli di stoffa avanzati per creare capi d’abbigliamento e trapunte, mentre oggi… è diventato un gioco da tavolo in cui due stilisti si sfideranno nella creazione di “tessuti” strepitosi, usando “stoffe” pregiate. La vostra trapunta, per essere davvero di qualità, richiederà impegno e tempo, soprattutto se le pezze disponibili non combaceranno tra loro. Scegliete dunque le pezze con molta attenzione e fate una bella scorta di bottoni, non solo per finire la vostra trapunta, ma anche per renderla più bella di quella del vostro avversario.

Patchwork

Regole in breve

Ogni giocatore prende 1 Plancia Trapunta, 1 Segnalino Tempo e 5 Bottoni (saranno la valuta). Collocate la Plancia Tempo al centro del tavolo, i vostri segnalini tempo sulla relativa casella di partenza e le Pezze Speciali sulle relative caselle. Le altre pezze vanno collocate in cerchio attorno a questa plancia. La Pedina Neutrale va piazzata tra la pezza più piccola (1x2) e quella successiva in senso orario. La Pezza Speciale 7x7 va messa da parte.
Ogni giocatore svolge un numero variabile di turni consecutivi, finché il proprio segnalino tempo non raggiunge o supera quello dell’avversario.
Durante il proprio turno, un giocatore può far Avanzare il segnalino tempo oppure Prendere e Collocare una Pezza: se si Avanza il segnalino tempo, si occupa la casella immediatamente successiva al segnalino tempo dell’avversario e si riceve 1 bottone per ogni casella di cui si è avanzato; se si Prende e Colloca una Pezza, se ne sceglie una tra le 3 davanti alla pedina neutrale in senso orario, se ne paga il costo in bottoni e la si colloca senza sovrapporla ad altre sulla propria plancia; infine, si fa Avanzare il proprio segnalino tempo sulla plancia del numero di caselle indicato sull’etichetta della pezza. Ogni volta che si supera una casella con una Pezza Speciale, la si prende e la si colloca sulla plancia trapunta, dove fungerà da “rattoppo” alle caselle singole rimaste vuote; ogni volta che si supera una casella con un Bottone, si riceve un numero di bottoni pari a quelli rappresentati sulle pezze presenti sulla vostra trapunta. Il primo giocatore a riempire completamente un quadrato 7x7 di caselle sulla propria plancia trapunta riceverà la tessera speciale 7x7 che vale 7 punti a fine partita.
La partita termina quando entrambi i segnalini tempo raggiungono l’ultima casella della plancia tempo. Se un segnalino sta per essere mosso oltre l’ultima casella, si ferma semplicemente sull’ultima casella. Se ciò avviene mentre si esegue l’azione Avanzare, riceverete i bottoni soltanto per il numero effettivo di caselle di cui vi siete mossi. Per calcolare il punteggio si conta il numero di bottoni rimasti, a cui si aggiunge il valore della tessera speciale e si sottraggono 2 punti per ogni casella vuota sulla propria plancia trapunta.

Patchwork

Impressioni

Cottage Gar… ehm, volevo dire, Patchwork è, tutto sommato, un giochino con una meccanica interessante. Uwe Rosenberg, che ci ha abituato alla sua onnipresenza nel mondo dei giochi da tavolo, avendo frequentato una gran quantità di generi, in Patchwork non ci propone un Eurogame classico sullo stile di Agricola o di Caverna (al nostro autore piace citarsi…), né la vivacità di un titolo più di medio peso, come Nova Luna (Recensione) o Sagani (gli piace sì!): piuttosto, in questo piccolo e contenuto astratto, reso accattivante dalla scaltrezza del sistema di gioco, di fatto ci fornisce una prima versione del meno fortunato Cottage Garden. Ora, più che di fronte a un’autocitazione, direi che siamo quasi di fronte a un autoplagio: le meccaniche principali di Cottage Garden sono sostanzialmente una rivisitazione di quelle di Patchwork, con la scelta di tessere da piazzare sulla plancia personale, attingendole a un “serpente” già predisposto al centro del tavolo, e con l’idea vincente (evidentemente all’origine del meccanismo del suo successore) che bisogna scegliere il pezzo che avvantaggia maggiormente noi e meno l’avversario tra i primi 3 di volta in volta disponibili… Ma se siete alla ricerca di una sfida un po’ più articolata, e meno ridondante, vi suggerirei di rivolgere la vostra attenzione direttamente a Cottage Garden, senza passare da Patchwork (a meno che non siate grandi amanti di questo tipo di tessuto).
Parlando di strategia, si può certamente dire che Patchwork offre una sfida, ma non lo paragonerei neanche lontanamente agli scacchi, come invece è stato (arditamente) fatto: il livello di profondità strategica che precede la scelta di ogni mossa in Patchwork è, direi, drammaticamente inferiore rispetto agli scacchi e i tatticismi sono limitati a una scelta che ha molte meno implicazioni, tanto sul breve quanto sul medio termine (e se la durata non fosse così contenuta, direi anche sul lungo termine).
Ormai ridondante nella sua originalità, data l’esistenza di un successore, Patchwork non brillava per rigiocabilità nemmeno quando era figlio unico: certo, potete farvi tutte le partite che volete e ogni volta la composizione finale sulla vostra plancia sarà diversa dalla precedente, ma dopo due o tre partite il gioco potrebbe già venirvi a noia. Non si può dire che questa eventuale noia dipenderebbe da banalità (non conosco giochi di Rosenberg “banali”), ma nemmeno che la sfida sia “interessantissima”, né tanto meno che sia tale “per chiunque”. Patchwork sarà anche longevo nella diversità strategica che ogni sfida vi porrà, ma non lo sarà altrettanto nell’offrirvi una crescita nella vostra comprensione strategica della meccanica o nelle emozioni che vi susciterà.

Patchwork
Dadi-Daddy

Dadi-Daddy

Neopapà costantemente derubato dei dadi di tutti i suoi giochi dal loquace figlio di un anno.